Le fake news sull’aglio

No, neppure l’aglio vi proteggerà dal coronavirus. Fra le tante fake news che girano sul Covid 19 a spopolare non solo in Italia, tanto da avere avuto conseguenze sui prezzi all’ingrosso, è la cura dell’aglio.

All’inizio dell’epidemia era una battuta, niente di più. Fra piemontesi girava una vignetta sull’efficacia della bagna cauda nel tenere le distanze di sicurezza: «Cuntra i curunavirus mangè tanta bagna caoda! A serv a gnente ma tuti a staran distant». Saggezza popolare. Poi, l’ironia, si è trasformata incautamente in consiglio medico fai da te, rispolverando le tante proprietà benefiche dell’aglio, per piatti e menù che fortificano il sistema immunitario tanto da impedire al virus di trasformarsi in polmonite. Dalle bruschette alla zuppa passando per salsa aioli e pici all’aglione: magari fosse vero.

Ma questo non è ancora bastato a placare l’aglio-mania. In Tunisia il prezzo dell’aglio è salito alle stelle negli ultimi giorni. Al mercato centrale di Tunisi, e in molti supermercati della capitale, il prezzo ha raggiunto i 25 dinari al chilo, il doppio del solito. «Questa corsa ingiustificata all’acquisto ha aumentato i prezzi», ha spiegato Yasser Ben Khalifa, direttore dell’Antitrust presso il Ministero del Commercio tunisino, sottolineando alcune difficoltà nell’ottenere forniture di questo bene sul mercato mondiale, che di solito arriva proprio dalla Cina. «I prezzi corretti al momento dovrebbero essere di 12 o 13 dinari», ha detto il funzionario ad Afp, contando su un calo dei prezzi dopo l’immissione sul mercato di aglio tunisino da inizio aprile.

Lo stesso sta accadendo in Egitto. «Da quando abbiamo iniziato la stagione dell’aglio primaverile, c’è stato molto interesse da parte dell’Europa -, ha dichiarato Ahmed Adel, amministratore delegato della Global Veg Egy, a Freshplaza -. Una nuova tendenza sta coinvolgendo i Paesi arabi come mercato forte per l’aglio verde. Abitualmente, questi Paesi importano solo aglio secco. Il motivo per cui la domanda potrebbe essere cresciuta così tanto è dovuto al coronavirus che, cominciando in Cina, ha portato a una minore offerta di aglio cinese. La ricerca dei commercianti di aglio di altra origine, li ha portati a richiedere quello egiziano».

Fonte: https://www.lastampa.it/

 

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